L’IoT è semplice: è semplice da capire, è semplice da installare ed è semplice da usare.
Compro un braccialetto, scarico la App e già a fine giornata avrò il mio elettrocardiogramma, i km percorsi e i minuti che ho passato seduto.
L’IIoT è un po più complessa: non siamo più nella sfera consumer e dunque come il dato venga prodotto, storicizzato, analizzato e restituito non è più il risultato di una scelta personale, ma è strettamente legato a dinamiche, policy e best practice di un’azienda, di un ente o di un settore industriale specifico.
In pratica se nel mondo B2C il collegamento tra il mondo fisico e il cloud è diretto (come rappresentato in figura sul lato SX), in ambiente industriale o nelle applicazioni delle Utility difficilmente si può “scardinare” una struttura esistente o delle gerarchie istituite durante la creazione e l’evoluzione del processo.
Esistono dunque due modalità per implementare un’applicazione o un processo con l’I(I)oT e non è detto che non possano essere portati avanti simultaneamente: infatti oggi quello che più conta per il miglioramento continuo di qualità ed efficienza è la VISIBILITA’ sul processo e soprattutto l’utilizzo dei Raw Data.
È noto che la maggior parte dei dati di produzione (e non solo) non vengono poi riutilizzati per fare analisi: questo è un paradosso che grazie alle potenzialità donate dal Cloud in relazione a capacità di storicizzazione e analisi (e soprattutto all’elasticità dei costi di queste operazioni nella nuvola) sta cambiando velocemente.
Se dunque il Cloud offre grandi opportunità per chi vuole approfondire cause ed effetti dei propri impianti, dall’altro lato si crea una problematica legata a come vengono “messi a disposizione” i dati provenienti da aree spesso volutamente isolate (non connesse) in passato.
IN PAROLE SEMPLICI: COME ESTRAPOLO PIU’ DATI POSSIBILI DA UN SISTEMA SENZA TOCCARLO?
La risposta a questa domanda è la REST API.
Le REST API (ovviamente se ben impostate) sono affidabili e sicure perché non vanno ad influenzare in nessun modo il processo produttivo e danno la possibilità di creare il perfetto BRIDGE verso il Cloud: si lavora in parallelo e per questo non vengono a crearsi nuove vulnerabilità (rispetto a quelle che già esistevano…)
È importante oggi valutare soluzioni tramite le quali i dati MANTENGANO I REQUISITI CHE LI DEFINISCONO “SICURI” (riservato, integro, disponibile + autenticato e non ripudiabile), ed in quest’ottica sono i PDB (Process Database o storicizzatori di processo) a dover garantire tutte queste caratteristiche e CONTEMPORANEAMENTE METTERE A DISPOSIZIONE I DATI A CHI PUO’ TRARNE VALORE.
Historian di GE Digital fa proprio questo: storicizza con precisione e affidabilità e da la possibilità di creare REST API con le seguenti caratteristiche.
Public REST API
Historian 7.0 includes a fully supported Public REST API, including:
• Separate Historian REST API Reference Guide with documented examples and troubleshooting techniques.
• Full exposure to Historian tag functionality.
• API is included in the Installer.
• Retrieval based on all Historian query modes, including calculated modes.
• Support for the UAA token.
• Sample code in cURL